LA PERSONA NEL CONTESTO LAVORATIVO: L'ORIGINE DELLA MOTIVAZIONE
![]() |
| Marie Jahoda |
La psicologa Marie Jahoda ha proposto cinque funzioni del lavoro:
- Struttura il tempo
- Permette contatti sociali (ad esempio con i colleghi)
- Costruisce un'identità sociale e un ruolo
- Collega scopi individuali e collettivi
- Garantisce un'attività regolare e un'espressione delle proprie potenzialità e valorizzando gli studi svolti nel corso della vita
Nel mondo del lavoro, motivazioni e aspirazioni giocano un ruolo chiave.
Motivazioni e atteggiamenti
In un contesto lavorativo il comportamento e le azioni degli individui sono spesso legati dal fatto che ciò che si sta facendo avrà un'utilità generale.
La controllabilità
Ciò dimostra come come l'impressione di controllabilità sia importante. Questa non solo influenza il giudizio della persona nei confronti del lavoro in cui è impegnata, ma aiuta a mantenere un senso di efficacia del sé, che determina la propensione di una persona a svolgere un lavoro in base alla sensazione di poterlo risolvere o meno, e di conseguenza incide su autostima e motivazione.
Questo senso di efficacia può essere rafforzata attraverso l'osservazione del successo di pari o attraverso comunicazioni motivanti. Una persona con bassa autostima potrebbe invece sviluppare strategie autolimitanti, ovvero sabotaggi del proprio comportamento, magari per ricorrere all'attribuzione esterna e non sentirsi incompetente.
Gli stili attributivi
Nel giudizio del proprio ruolo in un lavoro sono anche importanti gli stili attributivi, che possono essere interni (errori personali, carattere) o esterni (cause esterne, sfortuna), determinati da fattori stabili (ambiente lavorativo insicuro e malsano) o accidentali (eventi singoli, come un incidente).
Gli stili attributivi sono quindi la valutazione delle cause di un comportamento umano, determinati da cause interne o esterne, stabili o instabili, controllabili o non controllabili.
L'equità
Secondo la teoria dell'equità percepita (John S. Adams, 1963) la motivazione di un individuo è data dall'equilibrio percepito tra gli sforzi e la ricompensa ottenuta (equità interna). L'equità viene percepita se il trattamento ricevuto è pari a quello dei colleghi (equità esterna). L'individuo sarà più motivato percependo la situazione come equa e viceversa. Nel secondo caso si cerca di correggere quest'ingiustizia: diminuendo lo sforzo, richiedendo una ricompensa maggiore (o minore per la persona di riferimento), oppure bilanciando la bassa ricompensa con il riconoscimento sociale o sminuendo l'importanza del proprio impiego, o ancora cambiando il soggetto di riferimento.
Motivazione ed emozioni
L'importanza dell'"essere trattati equamente" dimostra come anche la dimensione emotiva sia importante, concernendo le emozioni anche la soddisfazione, legata al vedere come il proprio comportamento abbia determinato il raggiungimento di determinati risultati.
Un altro esempio è la paura, provata quando il soggetto e la sua posizione sono messi a repentaglio.
In conclusione, le reazioni emotive sono determinate dalle proprie azioni, le aspettative e il risultato ottenuto.
Ciò che è davvero rilevante è l'atteggiamento soggettivo verso il raggiungimento di un obiettivo, dato dalla desiderabilità degli obiettivi, la valutazione della loro raggiungibilità e il piacere per quello che si fa.
Per esempio, sapendo che lavorando particolarmente bene si riceverà un aumento di stipendio, si avrà una forte motivazione (obiettivi desiderabili e raggiungibili). Se invece l'aumento è dato dalle simpatie del superiore o dal caso, si sarà demotivati in quanto quell'obiettivo sembrerà impossibile (obiettivi indesiderabili perché valutati irraggiungibili).La controllabilità
Ciò dimostra come come l'impressione di controllabilità sia importante. Questa non solo influenza il giudizio della persona nei confronti del lavoro in cui è impegnata, ma aiuta a mantenere un senso di efficacia del sé, che determina la propensione di una persona a svolgere un lavoro in base alla sensazione di poterlo risolvere o meno, e di conseguenza incide su autostima e motivazione.
Questo senso di efficacia può essere rafforzata attraverso l'osservazione del successo di pari o attraverso comunicazioni motivanti. Una persona con bassa autostima potrebbe invece sviluppare strategie autolimitanti, ovvero sabotaggi del proprio comportamento, magari per ricorrere all'attribuzione esterna e non sentirsi incompetente.
Gli stili attributivi
![]() |
| Gli stili attributivi applicati ai bambini in campo scolastico |
Nel giudizio del proprio ruolo in un lavoro sono anche importanti gli stili attributivi, che possono essere interni (errori personali, carattere) o esterni (cause esterne, sfortuna), determinati da fattori stabili (ambiente lavorativo insicuro e malsano) o accidentali (eventi singoli, come un incidente).
Gli stili attributivi sono quindi la valutazione delle cause di un comportamento umano, determinati da cause interne o esterne, stabili o instabili, controllabili o non controllabili.
L'equità
Secondo la teoria dell'equità percepita (John S. Adams, 1963) la motivazione di un individuo è data dall'equilibrio percepito tra gli sforzi e la ricompensa ottenuta (equità interna). L'equità viene percepita se il trattamento ricevuto è pari a quello dei colleghi (equità esterna). L'individuo sarà più motivato percependo la situazione come equa e viceversa. Nel secondo caso si cerca di correggere quest'ingiustizia: diminuendo lo sforzo, richiedendo una ricompensa maggiore (o minore per la persona di riferimento), oppure bilanciando la bassa ricompensa con il riconoscimento sociale o sminuendo l'importanza del proprio impiego, o ancora cambiando il soggetto di riferimento.
Motivazione ed emozioni
L'importanza dell'"essere trattati equamente" dimostra come anche la dimensione emotiva sia importante, concernendo le emozioni anche la soddisfazione, legata al vedere come il proprio comportamento abbia determinato il raggiungimento di determinati risultati.Un altro esempio è la paura, provata quando il soggetto e la sua posizione sono messi a repentaglio.
In conclusione, le reazioni emotive sono determinate dalle proprie azioni, le aspettative e il risultato ottenuto.



Commenti
Posta un commento