L'APPRENDIMENTO

L'APPRENDIMENTO COME CONDIZIONAMENTO 

Alla base della base dell'apprendimento c'è la capacità di associare e collegare fenomeni.
A scoprire questo meccanismo fu il fisiologo russo Ivan Pavlov, che studiò il "condizionamento rispondente", ovvero l'apprendimento di risposte comportamentali a certi stimoli. 
Famoso è il suo esperimento sui cani, legato alla salivazione.

Altra figura degna di nota è Frederic Skinner, psicologo che studiò l'apprendimento per prova ed errori. Molti suoi esperimenti consistevano nel mettere piccoli animali (come topi o piccioni) in una gabbia dalla quale potevano uscire solo tirando una leva.
Questo tipo di apprendimento è chiamato condizionamento operante, perché l'organismo apprende un comportamento attivo e nuovo, con l'utilizzo di rinforzi positivi e negativi, parte integrante anche di una tecnica denominata modellaggio.

IL COMPORTAMENTISMO

Skinner fu esponente di spicco di un filone della psicologia denominato "comportamentismo", secondo il quale per uno psicologo è possibile studiare solo i comportamenti osservabili di una persona e non l'interiorità, che sarebbe solo una costruzione dal senso comune (es: l'interpretazione delle emozioni). 
Il comportamentismo nasce dall'insoddisfazione degli psicologi rispetto all'approccio soggettivista della psicologia fino alla fine del XIX secolo. 
John Brodaus Watson propose di limitare le considerazioni a ciò che si può osservare con certezza e di andare alla ricerca di nessi tra gli stimoli e la conseguente risposta. 
Alla base del comportamentismo sta il concetto che l'essere umano sia alla nascita una tabula rasa, e che lo sviluppo delle sue caratteristiche psicologiche è risultato delle sue esperienze e del suo apprendimento: tutto è acquisito e niente è innato.
Il merito del comportamentismo è di aver imposto  un metodo di ricerca rigoroso e oggettivo alla psicologia. 

Un argomento che mette in crisi l'idea comportamentista è l'apprendimento di una lingua da parte dei bambini: mentre si pensava che fosse tutto risultato di una semplice imitazione, è stato provato che la grammatica di una lingua è troppo complessa per essere appresa solo tramite imitazione, giungendo alla constatazione che gli esseri umani sono dotati di una sorta di "grammatica innata" che li guida all'apprendimento linguistico. 
Secondo il linguista americano Noam Chomsky il linguaggio è una facoltà determinata geneticamente e che matura secondo fasi fisse. L'ambiente esterno fornisce quindi solo gli stimoli necessari per attivare la nostra capacità linguistica.
Secondo Chomsky esiste anche una grammatica universale.

L'ETA' CRITICA

Il cervello dei bambini piccoli è predisposto all'apprendimento rapido e permanente delle lingue. Questa facoltà scompare all'inizio dell'adolescenza, perché il cervello assume una struttura definitiva. Da questo momento in poi, specialmente nell'età adulta, imparare una lingua diventa un compito arduo, e l'apprendimento della pronuncia quasi impossibile.

IL COGNITIVISMO

Il cognitivismo ritiene fondamentale creare descrizioni dei processi interiori e vede la mente umana come il risultato di una lunga evoluzione, quindi dotata di caratteristiche innate. Il cognitivismo studia la mente paragonandola a un'elaboratore di dati, dotato di input (processi mentali) e di output (comportamento). 
Questo filone nasce dalla necessità di studiare i processi che avvengono tra una stimolo e la conseguente risposta, senza i quali non è possibile comprendere funzioni mentali come il ragionamento o l'apprendimento. 
I cognitivisti credono sia possibile spiegare processi cognitivi interni attraverso le diverse risposte che gli individui danno a certi stimoli. 

GLI STILI COGNITIVI

Con "stili cognitivi" ci si riferisce ai diversi stili di ragionamento e apprendimento. Essi possono essere distinti su diversi livelli:


1. Modo in cui avviene l'apprendimento e vengono trasmesse le conoscenze                             
    Si possono identificare tre tipi di preferenze riguardo la trasmissione:
  • Dipendente: relazione rigida con l'insegnante, programmi ben definiti e esercizi da risolvere 
  • Collaborativo: interazioni sociali (discussione, lavori di gruppo)
  • Indipendente: influire sui contenuti da apprendere, usando gli insegnanti come strumenti di                               consultazione

2. Stile di elaborazione delle informazioni
    I veri e propri "stili cognitivi" attraverso i quali una persona accumula esperienze e conoscenze, le
    rielabora e riutilizza

3. Personalità e motivazioni dell'individuo
    Questo tipo di analisi ha portato allo sviluppo di vari modelli molto diversi tra loro.
    La maggior parte degli studiosi convergono su classificazioni che si distinguono tra:
  • Sistematico / Intuitivo: il modo di formulare ipotesi e procedere nel ragionamento
  • Globale / Analitico: Il livello di globalità o dettaglio nell'esaminare problemi
  • Impulsivo / Riflessivo: Il livello di facilità nel prendere decisioni o nell'agire attivamente
  • Verbale / Visuale: Il modo per acquisire informazioni, distinto tra "verbalizzatori" e                                                 "visualizzatori"
  • Convergente / Divergente: Pensiero logico e creatività (seguire schemi noti o crearne di nuovi)

Lo psicologo Robert J. Sternberg suddivide invece gli stili di pensiero in base al tipo di autogoverno della mente degli individui:
  • Monarchico: ama fare una cosa alla volta
  • Gerarchico: ama fare molte cose contemporaneamente stabilendo priorità 
  • Oligarchico: ama fare molte cose contemporaneamente, con problemi a stabilire priorità
  • Anarchico: ama avere un approccio casuale nel risolvere problemi, non ama le costrizioni

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